Aggiornamenti sulla situazione in IRAQ

Aggiornamenti sulla situazione in IRAQ

Dall’ Agenzia SIR notizie sulla persecuzione in IRAQ –

15:48
Il cardinale Fernando Filoni, inviato personale del Papa in Iraq, prosegue la sua missione tra i rifugiati nel Kurdistan. Il porporato ieri aveva portato gli aiuti del Pontefice a una comunità yazida: oggi ha avuto un altro incontro con i membri di questo gruppo religioso.

“Questa mattina – racconta il cardinale a Radio Vaticana – a Duhok ho incontrato il governatore di questa regione: abbiamo ampiamente parlato della situazione dei rifugiati e abbiamo anche appreso di quanto il governo locale stia facendo in favore dei vari gruppi. Da parte sua, naturalmente, c’è un impegno molto generoso, anche se certo la regione non ha i mezzi sufficienti per sopportare a lungo la situazione che si è venuta a creare: quasi si è raddoppiata la popolazione, rispetto a quella precedente. Dunque, anche lui chiede che aiuti giungano il più presto possibile, soprattutto riguardo ai generi di prima necessità. Siamo poi andati a visitare con gli altri vescovi, il patriarca caldeo e il nunzio, i vari insediamenti per i rifugiati e abbiamo fatto una visita a Manghes, che è un villaggio dove c’è un buon numero di cattolici caldei e dove ho potuto vedere la situazione e parlare con gli ospiti di questo centro parrocchiale, nel quale numerose famiglie sono ospitate: si tratta di persone che sono fuggite da Qaraqosh, da Bakhdida e da altri villaggi della Piana di Ninive”.
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15:49
“C’è fiducia – prosegue il cardinale – che la Chiesa non li abbandonerà, ma anche loro si appellano affinché il loro grido non venga a livello internazionale dimenticato. Poi, lì vicino, in una scuola messa a disposizione dal comune, siamo andati a visitare i rifugiati degli yazidi. Qui ho trovato una situazione molto, molto drammatica: non tanto dal punto di vista logistico, quanto da un punto di vista psicologico e morale. Ho visto soprattutto donne e tantissimi bambini e pochi anziani… Nel parlarmi, questi anziani piangevano perché non vedono più futuro per la loro terra, la loro cultura, la loro tradizione e continuamente ci domandavano: ‘Che male abbiamo fatto per essere uccisi?’. Le donne erano in una situazione passiva: tra l’emozione, il pianto e l’incapacità di avere una reazione, stordite dal dolore e dalla sofferenza. I bambini, naturalmente tantissimi, che ci circondavano, ci guardavano con quegli occhi grandi, quasi a chiederci: ‘Che costa state facendo per noi?’. Una situazione commovente, una situazione di grande sofferenza, credo condivisa da tutti”.
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15:50
“Il fatto – aggiunge Filoni – che abbia assicurato che il Papa e la Chiesa cattolica li difende, che parla per loro e che loro abbiano voce attraverso di noi, li ha un po’ rincuorati. E poi continuano a giungere ancora notizie di uccisioni: si parla di 100 uomini che sono stati uccisi, la notizia è arrivata questa mattina… Stiamo cercando di approfondirla meglio. Si parla di situazioni disperate in alcuni villaggi, perché la gente non è riuscita a fuggire”. Dal cardinale Filoni un appello alla comunità internazionale: “Fate presto! Vedo che la gente soffre e avrebbe bisogno di sentire anche una parola urgente da parte della Comunità internazionale in loro favore. Sono stati dimenticati un po’ troppo a lungo!”.

Sabato 16 agosto 2014