La nostra Pace è un bimbo
Messaggio di Natale 2023
Pochi giorni fa, in pubblica assemblea, un papà ha lanciato una provocazione: e se estendessimo il diritto di voto ai bambini?
I presenti hanno reagito con un sorriso, al quale mi sono allineato anch’io. Poi però ho pensato che questa proposta, per quanto irrealizzabile, risolverebbe almeno un problema: quello della guerra.
Sono sicuro che tutti i bambini, in un ipotetico referendum propositivo, voterebbero all’unanimità “sì” per la pace. Sarebbe un plebiscito.
Genitori e maestre delle scuole dell’infanzia e delle primarie sostengono che in questo tempo la prima intenzione di preghiera dei bimbi è per la pace.
Loro sanno che alla guerra si può giocare per finta, ma che solo la pace è una cosa seria.
Invece gli adulti, soprattutto quelli che detengono le leve del potere, usano giocare per davvero alla guerra, con le vite degli altri. È incredibile che nel terzo millennio, dopo secoli e secoli di conflitti sanguinosi che sembravano lasciare il passo a civiltà illuminate, sagge e pacifiche, si combattano ancora decine di guerre nel mondo.
I bimbi dell’Ucraina e della Terra santa, che vedono i loro cari morti, le loro case esplose e i loro stessi corpi feriti, quali traumi incancellabili stanno vivendo?
E con loro i bimbi armeni, azerbaigiani, yemeniti, etiopi, congolesi, haitiani, pakistani, e di tanti altri paesi in lotta tra di loro o al loro interno. È uno sterminio di corpi e cuori di cui l’umanità del futuro si vergognerà, come ora accade per i lager nazisti e per i gulag sovietici.
Per tutte le persone di buona volontà la pace è un ideale da perseguire. Per i cristiani la pace non è solo un ideale, ma è un corpo: “Cristo è la nostra pace”, dice San Paolo (Efesini 2,14). La pace ha preso carne, ha la forma di un piccolo concepito a Nazareth e nato a Betlemme.
Un neonato evoca fragilità e tenerezza insieme. Fragilità, perché necessita di tutto: la pace non è data una volta per sempre, ma ha bisogno di essere accolta, accudita, curata, alimentata, cullata. Tenerezza, perché convoca attorno a sé parenti e amici, stringendoli nell’affetto verso il nuovo arrivato; la pace, continua San Paolo, “abbatte il muro di separazione”, crea legami tra i lontani.
In un tempo nel quale i nostri occhi sono pieni di immagini violente, adottiamo lo sguardo dei bimbi, seguendo Gesù che li ha indicati come modello per gli adulti: “se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Matteo 18,3).
Oggi possiamo permetterci di aggiungere che, se non ci uniamo ai bambini nel plebiscito per la pace, non potremo attraversare più nemmeno i regni della terra, perché l’avremo devastata.
Preghiera per la pace
A Betlemme, Signore,
ci hai regalato la pace, cantata dagli angeli ai pastori.
Sulle strade della Galilea,
lungo le rive del lago, sui monti e nei villaggi,
hai proclamato beati gli operatori di pace.
Alla vista di Gerusalemme hai pianto,
perché la città non aveva accolto la pace.
La tua pace, Signore, è esigente,
perché non è la pace che il mondo vuole;
non è la semplice tregua dai combattimenti,
non è la sottomissione compiacente ai dittatori di turno,
non è il silenzio dell’indifferenza egoistica.
Tu non dai la pace come la dà il mondo,
ma dai la “tua” pace,
che è impegno per la giustizia,
vicinanza ai fragili,
profezia del regno,
semplicità di vita,
umiltà del cuore.
I bambini, Signore, sanno che cos’è la tua pace,
la sognano, la implorano, la attendono;
sono loro le prime vittime delle guerre degli adulti
e i primi testimoni di pace.
Gesù, bambino di Betlemme,
vinci l’ostilità dei potenti di questo mondo,
regalaci la tua pace,
perché da soli non riusciamo a costruirla.
Amen